Siamo tornati ormai da una settimana, ma riambientarsi non è così semplice come pensavo. Il tempo perennemente uggioso non aiuta, ma a prescindere da questo il nostro cuore è rimasto là a Tanguièta.
E' difficile per me ricominciare a parlare di cibo. Dopo aver vissuto sei mesi in un paese poverissimo dell'Africa il mio rapporto con il cibo è sicuramente cambiato. Noi volontari eravamo dei privilegiati perché avevamo tre pasti assicurati al giorno e una o due volte la settimana potevamo mangiare anche la carne. Ma comunque per me sono stati mesi sofferti dal punto di vista alimentare. Chi mi conosce sa che mi piace mangiare e mangiare bene.
Lì a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli non c'era molta varietà di cibi, frutta e verdure, quindi anche avendo le risorse economiche per poter acquistare non c'era molta scelta.
La mancanza di varietà col passare dei mesi a fatto passare il piacere della tavola e sia io che Paolo andavamo a mangiare solo perché dovevamo nutrirci, senza nessuna soddisfazione.
Va detto anche che noi non siamo persone difficili e schizzinose, infatti i primi due mesi eravamo entusiasti del cibo semi-occidentale che ci veniva servito, ma dal terzo mese in poi eravamo saturi di riso e pasta con la passata di pomodoro sempre uguale ogni giorno.
Le quantità anche non erano quelle a cui siamo abituati qui; era per noi normale alzarci da tavola con il senso di fame ancora nello stomaco.
Non lo dico per impietosire, ma perché questo è quello che abbiamo vissuto e voglio anche specificare che nessuno dei volontari è mai morto di fame a Tanguièta.
Questo vuol dire che mangiare di meno si può e il nostro organismo sicuramente non ne risente, anzi ne può trarre solo giovamento.
Se invece si usciva dalla casa dei volontari, allora lì sì che si incontrava la fame vera. L'ospedale aveva aperto un centro apposito per i bambini malnutriti ed era sempre affollato.
La malnutrizione è una piaga dilagante in Benin, i bimbi malnutriti erano di tutte le eta anche piccolissimi, neonati di mamme malnutrite anche loro.
Vedere un bimbo malnutrito era come vedere un fantasma, occhi persi nel vuoto, solo pelle e ossa...inspiegabile a parole e nessuna foto può rendere quello che si prova davanti a loro.
Non voglio tediare, ma cercare di far capire perché ora il mio rapporto con il cibo sia cambiato, perché mi sono disgustata davanti ad amici che trangugiavano avidamente patatine e mi sono ritrovata a piangere quando sono entrata per la prima volta al supermercato, che mi è sembrato troppo, eccessivo, volgare, un insulto al resto del mondo che muore di fame.
Ma questo è il primo impatto, ho ricominciato a cucinare a casa cose semplici ma dai sapori buonissimi, non certo degne di essere messe su un blog di cucina, ma vi assicuro che il panino crudo e crescenza che abbiamo mangiato oggi ci sembrava degno di un re!
Grazie Laura per questa testimonianza... davvero mi fà molto pensare a come diamo troppa importanza al cibo e non la giusta... quante cose che si buttano e quante se ne potrebbero recuperare... certo non bisogna per forza pensare a chi muore di fame... ma renderci conto che è davvero un peccato mortale che non rispetta nessuna regola umana il buttare e sprecare e non dare importanza la giusta, a come e a quello che si mangia, ma Laura io spero con tutto il cuore di rivedere su questo blog le tue ricette, la tua semplicità la tua meraviglia e lo stupore che ti rendono unica.... con affetto Ely
RispondiEliminaGrazie Eli! sei sempre carina! Ma sì dai a breve ricomincerò a mettere ricette, ma al momento stiamo riscoprendo i sapori semplici e veri del nostro splendido paese, una fetta di prosciutto, un pezzo di grana...mmmm.
RispondiEliminaAbbiamo proprio tantissime cose tra cui scegliere qui!
e avete ragione penso che ogni cosa abbia un gusto diverso e prezioso vero? buona serata cara!
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